Caccia, stop al referendum. Il Piemonte cancella la legge. I promotori: lesi i nostri diritti


Un passo indietro gravissimo se visto dalla prospettiva animalista, e addirittura paradossale sul piano politico. Come non considerarlo, infatti, una negazione degli slogan federalisti invocati da Lega e Pdl anche nel Nord Ovest del Paese? Piero Belletti, professore universitario di Genetica forestale, è stato uno dei primi firmatari del referendum nell' 87 e oggi è portavoce ufficiale del Comitato: «Siamo abbacchiati ma anche convinti che è solo l' ennesimo rinvio. Non escludiamo una denuncia penale. Sono stati lesi i diritti costituzionali dei cittadini». La vicenda non finirà qui secondo l' ex ministro del turismo, l' onorevole Michela Vittoria Brambilla, che ieri mattina aveva partecipato ad una conferenza stampa indetta dal Comitato promotore del referendum contro la caccia in Piemonte.

«Un tale schiaffo alla democrazia è veramente senza precedenti - commenta a caldo -. Pur di evitare il referendum si calpestano in modo indegno i diritti della cittadinanza. Si continua ad ignorare la volontà popolare per tutelare gli interessi di quello 0,6% di piemontesi che sono cacciatori. I cittadini hanno diritto di passeggiare la domenica nei boschi senza dovere temere di essere impallinati. L' Associazione vittime della caccia, anche quest' anno, ci ha presentato un vero e proprio bollettino di guerra: 11 morti e 75 feriti nella scorsa stagione venatoria». Gualtiero Crovesio, consigliere nazionale Lav, aggiunge: «Questo è un atto vergognoso, inqualificabile, liberticida, dittatoriale. E Riccardo Ferrari, torinese, da cinque lustri in campo con la Lipu, ricorda: «In Piemonte quando cominciammo questa battaglia la sensibilità animalista e ambientalista era già molto forte e diffusa.

Oggi, in base agli ultimi sondaggi otto piemontesi su dieci non chiedono solo la riduzione ma sono contro la caccia». La scheda Le firme Nel 1987, in Piemonte, raccolte 60 mila firme a sostegno della richiesta di un referendum regionale contro la caccia. I promotori chiedono la riduzione da 19 a 4 delle specie cacciabili, il divieto di caccia nelle zone innevate e la domenica La Cassazione Le istanze di ambientalisti e animalisti accolte dalla Cassazione: fissata la data del referendum al 3 giugno. Ma ieri la Regione cancella la legge e di conseguenza il referendum. L' ex ministro Brambilla (foto sopra): «schiaffo alla democrazia»

 

D' Amico Paola Corriere.it